L’intervento per la prevenzione e la riduzione dei comportamenti problematici si realizza attraverso una buona programmazione “in positivo”, ovvero realizzata non per eliminare qualcosa che non va nel bambino, ma per svilupparne le sue specifiche capacità. In primo luogo l’intervento deve basarsi sugli antecedenti del comportamento problematico. Si tratta di lavorare per modificare o evitare le variabili che possono scatenare le crisi. A questo scopo è utile anticipare ed esplicitare le richieste ambientali, le regole relazionali, i comportamenti attesi (ciò che non si può fare e ciò che invece si dovrebbe fare). Vale la pena quindi strutturare i tempi (schemi della giornata, agende visualizzate, routine di inizio e fine attività), gli spazi e le attività (segnalare visivamente l’attività che verrà svolta in ogni angolo o spazio). Inoltre è opportuno organizzare le attività in base alle caratteristiche, alle capacità, agli interessi del bambino. Nel contesto scolastico è frequente incorrere in comportamenti problema agiti da bambini o ragazzi, che quotidianamente provocano disagio agli insegnanti e educatori, creando difficoltà nella gestione del gruppo classe. L’obiettivo generale è di sensibilizzare i destinatari sull'importanza della diagnosi precoce dell'autismo, molto spesso sottovalutata. Inoltre di parlerà di Autismo e dei segnalatori sociali mancanti e i sintomi dei bambini molto precocemente (già a 12 mesi e dalla scuola dell'infanzia) che è una variabile chiave ai fini del tipo di intervento proposto e indispensabile nel promuovere miglioramenti significativi per i bambini con autismo.