foreste delle pianure costiere laziali, con un enorme valore documentario. Tra le specie più rappresentative di questa formazione la sughera, con splendidi esemplari, assieme al leccio, 1'orniello, la farnia, il farnetto e sulle sponde di un piccolo corso d'acqua, l'ontano. Molto ricco è il sottobosco. Verso il mare, dove il bancone di sabbie e arenarie plioceniche forma una sorta di falesia, si trovano essenze pioniere come il lentisco, il mirto e lo smilace che forma densi viluppi spinosi. Al riparo delle chiome ombrose dei lecci sopravvive un popolamento della bellissima felce florida. L'area di Tor Caldara, che deve il nome ad una torre di avvistamento, ospitò un cantiere estrattivo dello zolfo che ha determinato la formazione di un vasto ambiente sterile dovuto all'accumulo dei materiali di risulta degli scavi. Divenuta con il tempo paesaggio di rara bellezza, dovuta al forte contrasto tra le nude superfici del detrito ed il verde rigoglioso del bosco, questa zona ospita i nidi del gruccione, mentre gli acquitrini stagionali attirano i limicoli, le anatre, l'airone cenerino, la garzetta e la nitticora.